IL BENE IN SILENZIO

IL BENE IN SILENZIO

 Tutti abbiamo provato, a volte, il senso di soddisfazione che viene dal compiere una buona azione e dal vederne riconosciuto il merito. Ma una soddisfazione particolare viene dal fare il bene e dal tenerlo segreto. Coloro che esercitano questa forma più alta di carità conoscono una gioia interiore più nobile e raffinata.

  Un uomo ogni mercoledì pomeriggio si recava in un orfanotrofio a corto di personale, per dedicare una o due ore a intrattenere i ragazzi: faceva giochi di abilità con le carte, raccontava storie permettendo così alla direttrice e alle sue aiutanti assillate dal lavoro di avere un po’ di tempo di riposo e di libertà. La direttrice diceva: «Non abbiamo idea chi possa essere, ma il suo arrivo è salutato da grida di gioia». Quando i curiosi cercavano di scoprire la sua identità, lo sconosciuto si limitava a dire: «Non ha importanza».

   Dello stesso stampo era uno sconosciuto anziano che un ­giorno comparve in un ospedale degli Stati Uniti, dicendo:
«So che ci devono essere parecchi lavoretti che occorre sbrigare. Lasciate che vi aiuti». Per quattro mesi eseguì innumerevoli, umili lavori: scopare il parcheggio delle automobili, costruire rampe, togliere le sfilacciature delle bende dalla biancheria da lavare. Una volta richiesto come si chiamasse, sorrise e scosse la testa. «Se sapeste chi sono – rispose –  vi sentireste obbligati a sentirvi in debito. Questo guasterebbe tutto». Soltanto quando se ne fu andato, seppero all’ospedale che era un ex vice presidente d’una compagnia ferroviaria. Andato da poco in pensione e rimasto vedovo, aveva riempito con la sua lieta operosità i mesi di dolore e di ozio forzato, risollevando il proprio spirito e diffondendo la gioia intorno a se.

Gesù fu il sommo predicatore e fautore del fare il bene nascostamente. Deprecò la carità ostentata e ammonì i suoi discepoli: «Guardatevi dal fare le vostre buone azioni dinanzi agli uomini per essere veduti da loro». Dopo aver guarito il lebbroso, gli disse severamente: «Bada di non dirlo a nessuno» e se ne andò subito.

Coloro che fanno il bene in silenzio e senza darsi pensiero di ricompensa capiscono che cosa intendesse il poeta Wor­dsworth quando scriveva quale fosse secondo lui la «parte migliore della vita d’un uomo di cuore: i suoi piccoli, anonimi e dimenticati atti di bontà e di amore».

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