Don Carlo e Don Bruno

7 e 13 Novembre
Dalla bocca dei giovani
un mazzetto di testimonianze
Un “Dolce Fiorellino” e un “Albero Maestoso”, protagonisti e “militi ignoti” della trasformazione e cambio di marcia di tanti cuori giovanili in cerca del futuro di Dio, di uomini e donne desiderosi di rinnovamento nell’amore a Gesù.
Il loro vivere era Cristo
Don Carlo, l’uomo di Dio, semplice, semplificato, essenziale, trasparenza perfetta della Parola di Dio. Innamoratissimo della Parola di Gesù, ha creduto in essa.
Si può dire così di Don Carlo: “era ciò che diceva”. In lui non si scorgeva dissonanza tra ciò che pensava, diceva o faceva: il suo pensiero “era il pensiero di Cristo”, la sua parola era la Parola di Dio, il suo vivere era “vivere Cristo”.
In lui non c’erano altri obiettivi secondari, ce n’era uno soltanto, l’unico: diffondere il Regno di Dio, la Parola di Dio, attraverso il Cuore Immacolato della Mamma Celeste. La passione per la Parola l’ha reso incandescente, vibrante, trascinatore di anime giovanili. E ne ha fatto dono a noi perché ne divenissimo i trasmettitori, per una primavera della Chiesa, per la Civiltà dell’Amore, nel segno della Donna vestita di Sole.
Ha amato col cuore di Cristo
Accanto alla figura di Don Carlo i giovani Gam conservano, luminoso nel cuore, il ricordo di Don Bruno. Chi vedeva Don Bruno per la prima volta avvertiva subito di trovarsi davanti ad un uomo forte, dalla personalità decisa. Ma andando avanti scopriva che dietro questa prima impressione si nascondeva un cuore caldo e sensibilissimo, tutto trasparenza, capace di accogliere le confidenze di centinaia di giovani in tutt’Italia.
Sì, Don Bruno, davvero per i Sabra Gam sei stato un albero maestoso; tutti si sono rifugiati alla tua ombra. Sei stato quell’albero nato dal piccolo seme che era Don Carlo. Don Carlo ha messo le radici, tu ne sei stato il fusto, forte e robusto; altri saranno i frutti di quest’albero meraviglioso. Grazie Don Bruno, grazie della tua preziosa esistenza e presenza in mezzo ai giovani, che, certi di rivederti un giorno, ti dicono: “Arrivederci, Don Bruno, arrivederci in Paradiso!”.
Gli anni potranno scorrere, ammucchiarsi sull’aia del tempo ed essere immagazzinati nell’eternità; il calendario del mondo potrà continuare a sfogliarsi come rosa d’autunno al vento della storia, ma i giovani del Gam non smetteranno mai di dire a Don Carlo e a Don Bruno: “Grazie! Grazie di essere esistiti!”.


