Quaresima 2021 / LA PASSIONE SECONDO LA SINDONE
Introduzione: LA SINDONE DI TORINO
* La Sindone di Torino è un telo di lino di bisso (436 cm x 110 cm), tessuto a spina di pesce, che ha avvolto il cadavere di un uomo flagellato, coronato di spine, crocifisso con chiodi, trapassato da una lancia al costato. Sul telo sono presenti abbondanti tracce di sangue essiccato, nonché l’immagine dell’uomo ivi avvolto. La formazione di tale immagine rappresenta un mistero, in quanto non vi è traccia né di pigmentazione né di altri elementi conosciuti dall’uomo.
* La somiglianza tra l’uomo della Sindone e Gesù è talmente evidente che San Giovanni Paolo II chiamava la Sindone: «specchio del vangelo, … perché segno veramente singolare che rimanda a Gesù, … immagine dell’amore di Dio oltre che del peccato dell’uomo… È l’esperienza del Sabato santo, passaggio importante nel cammino di Gesù̀ verso la gloria, da cui si sprigiona un raggio di luce che investe il dolore e la morte di ogni uomo». Meditiamo dunque attraverso la Sindone le principali ferite del Signore nostro Gesù Cristo.
Dal Vangelo secondo Luca (22, 39-46)
Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».
RIFLESSIONE
► San Luca afferma che nell’agonia al Getsemani lacrime di sangue rigano il volto di Cristo Signore: è l’ematoidrosi, fenomeno provocato dalla rottura di capillari associati alle ghiandole sudoripare, in seguito ad uno stress psicofisico di elevata intensità.
► L’ing. G. Tamburelli, grazie ad alcune elaborazioni tridimensionali al computer del volto sindonico, nota come sul lenzuolo, oltre alle tracce di numerose ferite e abrasioni, è evidente una diffusa presenza di sangue, proprio come sarebbe avvenuto a causa dell’ematoidrosi.
► Cosa ha provocato un tale sconvolgimento nel cuore di Gesù, tanto da farGli dire: “La mia anima è triste fino alla morte”?
Alcune rivelazioni private, fatte dallo stesso Signore a santa Camilla Battista Varano (1458-1524), badessa del monastero delle Clarisse di Camerino, ci ricordano il motivo di tanta tristezza.
I. La dannazione d’innumerevoli anime, malgrado l’acerbissima sua morte. «Considera, figlia mia, – diceva Gesù alla Beata – che martirio e dolore fu il mio, nel vedere che tante membra furono da me separate, quante anime si sarebbero dannate! e ogni membro si separava tante volte, quante un’anima mortalmente pecca».
II. I peccati e le pene di tutti gli eletti. «Tutte le membra degli eletti che mortalmente avrebbero peccato – diceva il benignissimo Gesù – mi afflissero e crucciarono nella loro separazione da me. Ancora, io sentii e gustai tutte le loro amarezze, i martirii, le penitenze, le tentazioni, le infamie della loro vita ed anche le pene del loro Purgatorio, come altrettante membra del corpo mio».
III. La SS. Vergine sua Madre, che Egli amava d’amore infinito; i suoi cari e amati discepoli ed Apostoli, che Egli amava più che un padre i suoi figliuoli; e la discepola Maddalena, la quale, benché sapesse di Gesù meno di Giovanni, nondimeno più di tutti si addolorò della Passione e Morte di lui.
IV. L’ingratitudine sia del popolo Giudaico, tanto da Dio beneficato e prediletto con mille prodigi, come quella del suo amato discepolo, Giuda traditore. Gesù inginocchiato avanti a questo traditore, gli aveva lavato i piedi, li aveva abbracciati e baciati con massima tenerezza, dicendogli col cuore parole di ineffabile amore. Finalmente, l’ingratitudine di tutte le creature, che, peggio di Giuda, l’avrebbero tradito per vili piaceri, per più vili interessi.
PREGHIERA FINALE
Don Carlo De Ambrogio diceva: “Tutte le calamità, le sciagure le disgrazie della terra, dalla creazione dell’uomo fino alla fine dei tempi, sono un nulla in confronto ad una sola anima che va dannata: è un’anima per la quale Cristo è morto”.
Signore, vogliamo amarti più di noi stessi e riparare a tanta tristezza che affligge il Tuo cuore! Noi sappiamo che siamo fragili e peccatori, ma aiutaci ad amarTi come Tu vuoi essere amato. Aiutaci a fare della nostra vita un dono per Te e per gli altri, aiutaci a non passare invano vicino alle Tue piaghe e a quelle di tanti nostri fratelli. Aiutaci ad adorarTi come presente e vivo nella Santa Eucarestia, per ricordarci che consolare Te è già diminuire la tristezza nel mondo. E fa’ che davvero la contemplazione della Tua amara Passione ci aiuti a curare le piaghe materiali e spirituali del nostro prossimo, perché “quello che avete fatto ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli l’avete fatto a Me”.