Messalino di Martedì 31 Ottobre
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8,18-25)
Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi.
L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità — non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta — nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Nella speranza infatti siamo stati salvati.
Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo? Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.
* «Gemiamo», perché nel nostro corpo mortale non siamo ancora interamente penetrati di vita divina. La vita divina futura, di cui ci viene partecipata una «primizia», supererà ogni vita precedente.
Salmo Responsoriale (dal Sal 125)
Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
Canto al Vangelo (cfr Mt 11,25)
Alleluia, alleluia. Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca (13,18-21)
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
* Succede per il Regno di Dio quello che succede per un chicco di senapa: inizi insignificanti, compimento maestoso. Invisibile e nascosto come il lievito nella pasta, il Regno di Dio è occulto. C’è nel mondo una forza minuscola e gigantesca che lievita tutto: la Parola di Dio.
Spunti di Riflessione
Il piccolo e il grande
* Per accorgersi della presenza e dell’azione del Regno di Dio, bisogna volgere lo sguardo verso ciò che non conta: Dio realizza il suo disegno con ciò che è piccolo, disprezzato e nulla (cfr 1 Cor 2,4ss). Lascia libero l’uomo di far la storia; si riserva però di interpretarla. E quel che conta è la sua interpretazione, che ci viene svelata nel mistero del Figlio dell’uomo. Anch’egli fu preso e gettato via. Ma così divenne l’albero della vita offerta a tutti gli uomini. Anch’egli fu preso e nascosto in fretta, come immondo, per celebrare la festa (cfr Gv 19,31ss). Ma così divenne fermento di novità che lievitò la terra aprendone i sepolcri.
Il lievito
* Il lievito fa fermentare tutta la massa e rende soffice la pasta; così il messaggio di Gesù trasformerà l’intera umanità. L’egoismo si muterà in amore disinteressato, l’interesse personale in dedizione, la superbia in umiltà, la sensualità in purezza; milioni di uomini cambieranno la loro maniera di pensare e il loro cuore. Il lievito del Vangelo agirà attraverso i secoli.
La Parola per me, Oggi
È la fede umile e nascosta che fermenta tutto il mio agire. Più le mie azioni sembrano piccole e insignificanti, di nessun valore di fronte all’opinione pubblica, più tessono la storia di Dio, che è l’unica storia di salvezza, l’unica che apre al domani che conta.
La Parola si fa Preghiera
Sii benedetto, Padre della fecondità, tu che fai crescere il più piccolo dei semi fino a divenire un albero immenso che ospita la più celeste delle melodie; tu che fai ereditare la divinità all’umanità, e attribuisci alla nostra povertà i meriti del tuo Figlio prediletto, rivestendoci della sua gloria e facendoci produrre i rossi frutti che la linfa del tuo sangue ha nutrito. Sii benedetto per l’abbondanza del regno.
* IL MIO ROSARIO
«Se vogliamo aiutare le anime del Purgatorio, applichiamo loro il Rosario, che arreca loro grande sollievo» (S. Alfonso M. de’ Liguori).
Gesù muore in Croce.
Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria.