Messalino di Martedì 23 Maggio

Messalino di Martedì 23 Maggio

Dagli Atti degli Apostoli (16,22-34)

In quei giorni, la folla [degli abitanti di Filippi] insorse contro Paolo e Sila, e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi.
Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti.
Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che cosa devo fare per essere salvato?». Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia». E proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa.
Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.

* Il motivo della conversione: scoprire la presenza di Dio nella natura e nella storia. Questa presenza di Dio si manifesta qui con un terremoto.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 137)
La tua destra mi salva, Signore.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

La tua destra mi salva.
Il Signore farà tutto per me.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.

 

Canto al Vangelo (Gv 16,7.13)
Alleluia, alleluia. Manderò a voi lo Spirito di verità, dice il Signore; egli vi guiderà alla verità tutta intera. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Giovanni (16,5-11)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

* Gesù parla della separazione imminente e della glorificazione accanto al Padre. I discepoli non pensano che all’aspetto doloroso di queste parole; Gesù guarda al suo rientro glorioso al Padre.

 

Spunti di Riflessione

Lo Spirito Santo: dono di amore
Per quanto paradossale, è comunque vero: è più vantaggioso che Gesù parta. La sua partenza è la condizione per la venuta dello Spirito, e questo Dono è preferibile alla sua presenza visibile. Il Confortatore agirà da avvocato, come in un processo, fornendo la prova che il mondo era nel torto quando condannò Gesù. Nell’intima coscienza degli apostoli, comunicherà loro l’indefettibile certezza di essere nella verità e graditi a Dio. Gesù sapeva che i suoi discepoli avevano bisogno di questa testimonianza dello Spirito. Scacciati dalla comunità ebraica per il loro attaccamento al Maestro, considerati tanto empi che la loro uccisione equivaleva a un atto di culto verso Dio, gli apostoli, uomini buoni e pii, rischiavano di crollare e perdere la fede.
A Istanbul, in Turchia, un giorno Mons. Angelo Roncalli (papa Giovanni) notò che la mamma di un giovane sacerdote aveva da qualche tempo gli occhi rossi di pianto. Con molta delicatezza Mons. Roncalli chiese alla signora quale fosse il motivo della tristezza che le si leggeva sul volto; la mamma del sacerdote espose il perché della sofferenza e del pianto. Mons. Roncalli le chiese: – Signora, quando Gesù era moribondo in croce, chi c’era vicino a lui? – I crocifissori. – Soltanto? – L’apostolo Giovanni -Soltanto? –  Le pie donne. –  Soltanto? –  La Madonna. – Ha detto giusto. Pensi, signora, quanto doveva soffrire la Madonna nel vedere il proprio figlio agonizzare in croce. Crede lei che la Madonna si lamentasse? Non penso. Guardava il figlio, soffrendo e pregando per lui. Pensi quale conforto le dovette giungere da quel loro reciproco sguardo. Lei, ora, nel momento della sofferenza sia come la Madonna presso la croce di Gesù: tenga il suo sguardo fisso su Gesù Crocifisso, lo consoli e preghi — Da quel giorno la signora non pianse più. La preghiera l’aveva confortata.

 

La Parola per me, Oggi

La presenza dello Spirito Santo, del Consolatore, è talmente viva ed efficace, che gli apostoli cantano inni anche in prigione, legati da catene. Nelle difficoltà, come nelle gioie di oggi, fermiamoci qualche istante, cercando di scoprire in noi la presenza del Consolatore. Gesù ci ha promesso che il Paraclito sarà sempre con noi, allora perché dubitare e non vivere alla sua Luce?

 

 

La Parola si fa Preghiera

Quando la tristezza colma il nostro cuore, aiutaci, Signore Gesù, a guardare con un certo distacco alla nostra sofferenza, e rendici capaci di scoprire come essa può aprirci allo Spirito, che tu ci mandi dal Padre, perché ci colmi della sua eterna gioia, per i secoli de secoli.

- Un mese a Maria -
Gesù è umiliato e deriso
Il Redentore conosce il peso del peccato e della superbia dell’uomo. Si sottopone ad essere umiliato, picchiato e deriso per amore.
Contemplare Gesù calpestato nella sua dignità umana e deriso è comprendere la gravità delle nostre colpe. La sua docilità è speranza di guarigione e di perdono.
Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria.

 

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