Messalino di Lunedì 3 Settembre

Messalino di Lunedì 3 Settembre

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (2,1-5)

Io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso. Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.

* Paolo ha offerto una base divina e non umana alla fede dei fedeli; sembra aver fatto una scelta negli avvenimenti da lui testimoniati: ha insistito più sulla croce che non sulla signoria di Cristo, sull’umiltà di Gesù più che sulla sua sapienza.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 118)
Quanto amo la tua legge, Signore!

Quanto amo la tua legge!
La medito tutto il giorno.
Il tuo comando mi fa più saggio dei miei nemici,
perché esso è sempre con me.

Sono più saggio di tutti i miei maestri,
perché medito i tuoi insegnamenti.
Ho più intelligenza degli anziani,
perché custodisco i tuoi precetti.

Tengo lontani i miei piedi da ogni cattivo sentiero,
per osservare la tua parola.
Non mi allontano dai tuoi giudizi,
perché sei tu a istruirmi.

 

Canto al Vangelo (Lc 4,18)
Alleluia, alleluia. Lo Spirito del Signore è sopra di me; mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Luca (4,16-30)

In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

* La frase centrale di questo episodio svoltosi nella sinagoga di Nazaret è nell’ espressione: «Mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio (cioè, a evangelizzare)». Questo è il nocciolo della predicazione di Gesù; ed è confermato dal fatto che la meravigliosa proclamazione escatologica delle Beatitudini comincia con la frase: «Beati i poveri» (Lc 6,20).

 

Spunti di Riflessione

Incapsulare Dio
Quelli di Nazaret (Nazaret è ogni uomo, ogni popolo chiamato a prendere posizione davanti a Gesù segno di contraddizione, vero spartiacque della storia) conoscono il Gesù storico: è uno di loro, conoscono suo padre, perciò credono di saperne abbastanza per poterlo giudicare. Se è proprio Lui che compie le Scritture, faccia quei prodigi anche al suo paese... dopo tutto ne hanno il diritto. Gesù contesta tale diritto appoggiandosi all’esempio di Elia e Eliseo i quali furono mandati a gente straniera, più disponibile alla fede. I cittadini di Nazaret capiscono che Gesù chiede la loro conversione ma non ne sono disposti. Invece di aprirsi alla fede e lasciarsi coinvolgere, sorprendere dal dono di Dio, i suoi si chiudono su ciò che conoscono di lui e lo pretendono. La fede è obbedire a Dio e seguirlo per conoscerlo, non è conoscerlo e addomesticarlo per farsi obbedire.

«La Chiesa attende una liberazione che non sia solo il benessere materiale ma il potere di un Dio che libererà dalle mani peccatrici dell’uomo una natura che, insieme agli uomini redenti, canterà di felicità nel Dio liberatore» (Oscar Romero).

 

La Parola per me, Oggi

Accogliamo oggi il dono di Dio nella fede, perché è “oggi” che il Vangelo è annunziato ai poveri e per chiunque oggi lo ascolta è aperta la strada della liberazione. Ma se oggi per noi prevale l’inquietudine, l’affanno, non dipenderà dal fatto che, nonostante le nostre belle parole, noi abbiamo emarginato Cristo dalla nostra vita?

 

La Parola si fa Preghiera

Signore Gesù, perdonaci di limitare così facilmente il nostro orizzonte alle montagne del nostro villaggio, alle rive del nostro paese, insegnaci a lasciare la nostra casa con il cuore felice e lo sguardo fisso in avanti. Perdonaci di vivere così poco la vita della tua Chiesa, e di non sentire le piaghe che la lacerano, insegnaci a sentire la tua carne palpitante, al di là del cinegiornale di attualità e delle inchieste della radio.

 

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