Messalino di Giovedì 26 Luglio

Messalino di Giovedì 26 Luglio

 

Dal libro del profeta Geremia (2,1-3.7-8.12-13)

Mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Va’ e grida agli orecchi di Gerusalemme:
Così dice il Signore:
Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza,
dell’amore al tempo del tuo fidanzamento,
quando mi seguivi nel deserto,
in terra non seminata.
Israele era sacro al Signore,
la primizia del suo raccolto;
quanti osavano mangiarne, si rendevano colpevoli,
la sventura si abbatteva su di loro.
Oracolo del Signore.
Io vi ho condotti in una terra che è un giardino,
perché ne mangiaste i frutti e i prodotti,
ma voi, appena entrati, avete contaminato la mia terra
e avete reso una vergogna la mia eredità.
Neppure i sacerdoti si domandarono:
“Dov’è il Signore?”.
Gli esperti nella legge non mi hanno conosciuto,
i pastori si sono ribellati contro di me,
i profeti hanno profetato in nome di Baal
e hanno seguito idoli che non aiutano.
O cieli, siatene esterrefatti,
inorriditi e spaventati.
Oracolo del Signore.
Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo:
ha abbandonato me,
sorgente di acqua viva,
e si è scavato cisterne,
cisterne piene di crepe,
che non trattengono l’acqua».

* Per il profeta, Israele è ancora una di quelle ragazzine (v.2) che in Oriente si era soliti sposare fin dall’età di dodici anni. L’immagine è molto idealizzata, ma permette a Geremia di contrapporre la fedeltà originaria del popolo alla sua infedeltà attuale e la giovinezza d’allora alla vecchiaia dei politicanti e dei sacerdoti del suo tempo.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 35)
È in te, Signore, la sorgente della vita.

Signore, il tuo amore è nel cielo,
la tua fedeltà fino alle nubi,
la tua giustizia è come le più alte montagne,
il tuo giudizio come l’abisso profondo.

Quanto è prezioso il tuo amore, o Dio!
Si rifugiano gli uomini all’ombra delle tue ali,
si saziano dell’abbondanza della tua casa:
tu li disseti al torrente delle tue delizie.

È in te la sorgente della vita,
alla tua luce vediamo la luce.
Riversa il tuo amore su chi ti riconosce,
la tua giustizia sui retti di cuore.

 

Canto al Vangelo (Mt 11,25)
Alleluia, alleluia. Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Matteo (13,10-17)

In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?».
Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!».

* Perché Gesù parla in parabole? Israele si divide in due campi: la piccola schiera dei discepoli che ricevono da Dio il dono di poter conoscere i «segreti del regno dei cieli», e il resto del popolo che non lo riceve. È evidente il piano divino di eleggere per ora solo una minoranza che dovrà ricevere il messaggio di Gesù.

 

Spunti di Riflessione

A chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza
«Perché guardando non vedono»: è la tipica disposizione d’animo tanto spesso rimproverata nell’AT al popolo eletto chiamata “indurimento del cuore” (cuore, nel linguaggio biblico, vuol dire mente, volontà, sentimento); disposizione che impedisce di percepire ed intendere nel loro vero valore i ripetuti richiami di Dio. Tale disposizione è presentata da Matteo come il motivo, la causa («perché»), dell’insegnamento di Gesù in parabole e cioè del velamento della verità.
L’annuncio del «regno dei cieli» vela dei segreti che si scoprono soltanto a chi è illuminato da Dio. Naturalmente ciò richiede anche la disposizione dell’uomo. Fa parte dei «segreti» del regno dei cieli la sua presenza nascosta, operante nell’attività di Gesù, e il suo spirito soprannaturale in opposizione alle speranze politico-terrestri.

«Poiché a chiunque ha, sarà dato e sarà nell’abbondanza». Questo detto richiama ancora una volta la conclusione della parabola e la diversità del frutto prodotto, al cento, al sessanta, al trenta per uno (13,8). Quel detto mostra come Dio sia generoso e desideri elargire i suoi doni in modo addirittura prodigale. Noi riceviamo «grazia su grazia», fino al dono incommensurabile e superiore ad ogni immaginazione della vita eterna.

 

La Parola per me, Oggi

Apriamo oggi il nostro cuore cercando di ascoltare e comprendere la Parola. Invochiamo la grazia della Spirito per poter scavare dentro ogni Parola evangelica, aprendo il cuore a Gesù che ci parla, perché il nostro cuore sia tenero e plasmabile da Colui che vuole renderlo simile al suo. Ripetiamo spesso nella giornata: “Vieni Santo Spirito, apri il mio cuore a comprendere le Parole di Gesù”.

 

La Parola si fa Preghiera

Santa Maria, Madre nostra, insegnaci ad accogliere il mistero di Dio, a custodirlo nel nostro cuore perché esso possa fecondare la nostra vita. Modella il nostro intimo secondo il registro profondo dell’ascolto perché possiamo penetrare già da ora il mistero della vita senza fine.

 

Condividi su: Facebook Twitter Google Plus