Messalino di Giovedì 12 Settembre
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési (3,12-17)
Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi.
Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!
La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre.
* Le espressioni «umiltà, mansuetudine e longanimità» sono in Paolo un trinomio consacrato dall’uso. Paolo vi aggiunge la reciproca sopportazione e il vicendevole perdono.
Salmo Responsoriale (dal Sal 150)
Ogni vivente dia lode al Signore.
Lodate Dio nel suo santuario,
lodatelo nel suo maestoso firmamento.
Lodatelo per le sue imprese,
lodatelo per la sua immensa grandezza.
Lodatelo con il suono del corno,
lodatelo con l’arpa e la cetra.
Lodatelo con tamburelli e danze,
lodatelo sulle corde e con i flauti.
Lodatelo con cimbali sonori,
lodatelo con cimbali squillanti.
Ogni vivente dia lode al Signore.
Canto al Vangelo (1Gv 4,12)
Alleluia, alleluia. Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca (6,27-38)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
* L’amore è essenzialmente buono perché nasce da Dio che è «Amore»; quindi le sue opere e i suoi effetti sono necessariamente buoni. Il bene deve straripare, deve essere più forte del male.
Spunti di Riflessione
L’uomo nuovo e la sua forza motrice
L’amore vero è possibile solo in Dio: «Sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi». Dio è la forza motrice dell’uomo nuovo nel regno di Dio. L’uomo è solo un canale attraverso cui scorrono le acque di Dio, ciò che riceve, lo ridistribuisce solamente. L’amore è un fuoco che brucia sempre perché viene da Dio e non si spegne mai. Così può dare gioia, a piene mani, senza preoccuparsi dell’effetto della corrispondenza che ne avrà.
«Se una persona mi chiedesse a bruciapelo – scrisse l’americano Barret – “che cos’è l’amore?” le risponderei che l’amore è un soldato al fronte che, solo e infelice, scrive a casa, ai suoi familiari, una lettera allegra. Gli risponderei che l’amore è un uomo che promette di trovare lavoro a un infelice disoccupato e mantiene la promessa. Gli risponderei che l’amore è una donna che venuta a conoscenza del segreto vergognoso di un’altra donna lo tiene per sé e non ne parla. Gli risponderei che l’amore è una madre di famiglia che offre ciò che ha di meglio nel frigorifero a un ospite non desiderato e glielo serve con stile sulla tovaglia di lino più bella. L’amore è un ragazzo di collegio che impara l’alfabeto dei sordi per poter conversare con la vecchia signora, sola, che non ode più. L’amore è quella persona che dà generosamente e con letizia quando un povero torna a chiederle l’elemosina. L’amore è la persona che invece di recriminare vede negli errori degli altri la propria miopia. L’amore è l’anima grata che ricorda i suoi debiti e li paga meglio che può».
La Parola per me, Oggi
Gesù interpella direttamente la condotta di ciascuno nei riguardi del prossimo che gli sta accanto; ci «impone» (l’obbligo è conseguenza del nostro essere cristiano, in quanto Dio ci ha voluti fin dall’inizio figli e fratelli) di amare quelli che ci odiano, ci maledicono, ci calunniano. Amare significa fare del bene anche e soprattutto a coloro che ci sono antipatici o addirittura avversari. Con l’aiuto della Grazia, proviamo a mettere in pratica questo invito di Gesù.
La Parola si fa Preghiera
Signore, Padre nostro, quando eravamo tuoi nemici tu hai mandato il tuo Figlio per riconciliare con te l’umanità. Seguendo il suo esempio, aiutaci ad amare quelli che non ci amano, a fare del bene a chi non ci dirà mai grazie, e ad essere misericordiosi come tu sai esserlo.