Messalino di Domenica 4 Novembre

Messalino di Domenica 4 Novembre

 

Dal libro del Deuteronomio (6,2-6)

Mosè parlò al popolo dicendo: «Temi il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni.
Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto.
Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore».

* Il perno dell’Alleanza, contratta liberamente tra Dio e il suo popolo, è l’amore. Un amore che vincola tutti («tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio»), che vincola sempre («per tutti i giorni della tua vita») in tutte le leggi e i comandi che Mosè ha trasmesso da parte di Dio al popolo. Questo impegno deve partire dal cuore, cioè dal fondo dell’essere.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 17)
Ti amo, Signore, mia forza.

Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.

Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato.

 

Dalla lettera agli Ebrei (7,23-28)

Fratelli, [nella prima Alleanza] in gran numero sono diventati sacerdoti, perché la morte impediva loro di durare a lungo. Cristo invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore.
Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. Egli non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso. La Legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio, reso perfetto per sempre.

* Soltanto Cristo può esercitare il suo sacerdozio in perpetuo, sacerdozio «che non tramonta». Il ministero degli altri sacerdoti israeliti veniva interrotto dalla morte; ma Cristo risuscitato dai morti non muore più («resta per sempre»). «Egli è sempre vivo per intercedere». Gesù sta dinanzi al Padre e prega in nostro favore. Noi possiamo accostarci a Dio nella gioia di figli amati, perdonati, ascoltati.

 

Canto al Vangelo (Gv 14,23)
Alleluia, alleluia. Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Marco (12,28b-34)

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

* Il primo di tutti i comandamenti: i rabbini di allora distinguevano 248 comandamenti e 365 divieti, a loro volta distinti in gravi e leggeri, grandi e piccoli, ecc. Di qui la domanda che si ponevano un po’ tutti e che tendeva a stabilire una certa graduatoria di valore non semplicemente teoretico.

 

Spunti di Riflessione

«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore»
Gesù fonde insieme i due comandamenti, ma ne sottolinea la distinzione gerarchica. In Matteo si dice che il secondo è simile al primo (22,34-40). La novità maggiore: Gesù colloca l’amore al prossimo sullo stesso piano dell’amore a Dio.
Lo scriba, intelligentemente, riassume tutta la risposta di Gesù e aggiunge: il praticare questo, vale molto più di tutti gli olocausti e i sacrifici, cioè vale più del culto sacrificale che consisteva nell’immolare totalmente (olocausto) a Dio vittime animali e nell’offrirgliele in sacrificio. Cioè: il culto è inferiore alle tre dimensioni dell’amore: amore a Dio, al prossimo, a se stessi.

L’amore è il nocciolo della Legge.
Gesù approva («vedendo che aveva risposto saggiamente») e dice allo scriba: «Non sei lontano dal regno di Dio»: ecco implicito il problema della salvezza dei non cristiani. «Alla fine della vita noi saremo giudicati sull’amore», diceva S. Giovanni della Croce.
E Karl Rahner commenta: «Il no di rifiuto pronunciato da Israele nei confronti di Gesù viene forse annullato da un sì profondo e sotterraneo della fede». La salvezza recata al mondo da Gesù raggiunge tutti gli uomini che si aprono all’amore». «Hai visto un fratello? Hai visto Dio», dice un’espressione di Gesù non scritta ma tramandata.

«Da quando mi convertii a Te, credetti in verità di avere in me Te, o Amore sostanziale, perché tu o Dio, sei veramente l’Amore» (Simeone il Nuovo Teologo).
«Credere che non c’è niente di più bello, di più profondo, di più simpatico, di più ragionevole, di più perfetto di Cristo. E non solo non c’è, ma con geloso amore mi dico che non può esserci, e non basta: se anche mi dimostrassero che Cristo è fuori della verità, ed effettivamente risultasse che la verità è fuori di Cristo, io preferirei restare con Cristo piuttosto che con la verità senza di lui» (F. Dostoevskij).

 

La Parola per me, Oggi

Un impegno: «amerai il Signore» con la massima intensità. Questo impegno deve partire dal cuore, cioè dal fondo dell’essere. Quando l’amore di Dio penetra in una vita umana, è come la linfa nell’albero o come un fiume nella pianura. Tutto fiorisce. Cosa ti viene richiesto? Di rimanere in ascolto della Parola. Essa non cessa di risuonare nella liturgia e nella preghiera: «Dio è in te. Egli ti parla».

 

La Parola si fa Preghiera

O Dio, tu sei l’unico Signore e non c’è altro Dio all’infuori di te; donaci la grazia dell’ascolto, perché i cuori, i sensi e le menti si aprano alla sola parola che salva, il Vangelo del tuo Figlio, nostro sommo ed eterno sacerdote.

 

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