Messalino di Domenica 21 Ottobre

Messalino di Domenica 21 Ottobre

 

Dal libro del profeta Isaia (53,10-11)

Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.

* Il dolore purifica dai peccati che il popolo commette. «Il giusto mio Servo (il Messia Gesù) giustificherà molti», cioè procurerà salvezza e redenzione alla moltitudine, all’umanità, per il fatto che «si addosserà le loro iniquità», espiando i peccati del mondo.

 

Salmo Responsoriale (dal Sal 32)
Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.

 

Dalla lettera agli Ebrei (4,14-16)

Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede.
Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.

* Nella sua gloria celeste, Gesù ci comprende più che mai, ci è vicino più che mai, è il nostro Sommo Sacerdote per eccellenza, perché fratello nostro e Figlio di Dio; ci compatisce in tutto perché in tutto è stato solidale con noi uomini. Grazie a lui, ci possiamo sempre accostare al trono di Dio misericordioso. Perché temere?

 

Canto al Vangelo (Mc 10,45)
Alleluia, alleluia. Il Figlio dell’uomo è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti. Alleluia.

Dal Vangelo secondo Marco (10,35-45)

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

* Giacomo e Giovanni sono pronti a pagare di persona, a bere il calice del dolore e a ricevere il battesimo di sangue. «È per coloro per i quali Dio Padre l’ha preparato». Gesù insiste sulla pura gratuità della salvezza, che è tutto dono di Dio.

 

Spunti di Riflessione

Il servizio è amore
La domanda ambiziosa di Giacomo e di Giovanni suscita l’indignazione degli altri. Gesù approfitta di questa crisi di gelosia per fare il punto: non si entra nel Regno di Dio come in una società umana per farvi carriera; nel Regno di Dio si dovrà andare a caccia dei posti che tutti rifiutano. Nelle società i capi fanno pesare la loro autorità e fanno sentire il loro potere; nella Chiesa invece l’autorità sarà vista come un servizio e non come un prestigio. Non si tratta di brillare, ma di scomparire: ecco il paradosso della Croce.
Ispirandosi al Canto del Servo sofferente, Gesù dichiara: «Il Figlio dell’uomo non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». Questa frase, che riassume tutto il vangelo di S. Marco, è una delle più importanti del Nuovo Testamento. Gesù dichiara di realizzare nella sua persona due profezie apparentemente inconciliabili: quella del Servo sofferente (Is 53) e quella del Figlio dell’uomo glorioso (Dan 7).
L’immagine biblica del riscatto rinvia all’idea di una schiavitù o di una prigionia da cui l’uomo è incapace di liberarsi. Gesù entra nel campo di concentramento di questo mondo e libera dall’interno i prigionieri del peccato: il prezzo è il suo Sangue, espressione di un amore supremo.

 

 

La Parola per me, Oggi

Non è facile mettersi ai piedi degli altri, perché la nostra tentazione permanente è di elevarci, di comandare, di governare, di opprimere. Il semplice servizio dell’amore significa tuffarsi nel mistero della gratuità di Dio. Lasciati conquistare dall’amore di Gesù che si offre a te nell’Eucaristia, perché anche tu sappia concederti volentieri al servizio dei fratelli.

 

La Parola si fa Preghiera

Dio della pace e del perdono, tu ci hai dato in Cristo il sommo sacerdote che è entrato nel santuario dei cieli in forza dell’unico sacrificio di espiazione; concedi a tutti noi di trovare grazia davanti a te, perché possiamo condividere fino in fondo il calice della tua volontà e partecipare pienamente alla morte redentrice del tuo Figlio.

   Il Mio Rosario

  1. Maria, Stella dell’evangelizzazione

Maria, con il suo libero consenso al progetto di Dio, ha donato al mondo il Salvatore e ha accettato di collaborare alla salvezza dell’umanità.

Ispiraci, o Maria, la tua stessa volontà di cooperare, con la nostra vita, alla salvezza dei nostri fratelli.
Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria

 

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