CONSACRATA ALLO SPIRITO SANTO
Quando si dice che la pienezza di grazia di Maria sorpassa quella degli angeli e dei santi insieme, si è tentati talvolta di immaginare questa pienezza in un modo troppo esclusivamente quantitativo. Ma è un errore: la grazia non è un pezzo d’oro che, aggiungendosi ad altri, costituisce un tesoro più o meno considerevole. La grazia non è una realtà che ci isola e ci rinchiude in noi stesi: è, al contrario, ciò che ci apre a Dio e ci rende capaci di riceverlo. La grazia creata non si concepisce senza la Grazia Incarnata, cioè senza lo Spirito Santo che si dona e che c’introduce, per suo mezzo, nella propria vita intima, che è azione e tende a espandersi. La grazia è comunicazione del Dio vivente. In Maria, il grado di unione con Dio sorpasserà incomparabilmente quello di tutte le creatura riunite, ma nella sua linea propria qualitativa e non solamente quantitativa. La pienezza di grazie in Maria non è quella di Gesù. In Lui la pienezza è completa fin dall’origine senza possibilità di aumento. In Maria, invece, la pienezza è limitata e quindi suscettibile di progresso. Ella riceve lo Spirito Santo alla sua concezione, all’Incarnazione, alla Pentecoste, e ogni volta lo Spirito Santo farà in Lei delle grandi cose. La sua vita teologale di fede, di speranza e di carità conoscerà un progressivo sviluppo oltremodo meraviglioso. Dio si riflette nella sua anima come in un prisma di cristallo. Ella è pura referenza a lui, pura disponibilità nei suoi confronti. Ella dice «sì» a Dio, con tutte le fibre del suo essere. La sua anima si offre allo Spirito Santo, come i tasti d’organo alla mano dell’artista, pronti a vibrare alla minima pressione, a captare la più piccola melodia, il minimo soffio.
LA VITA IN MARIA
Ecco la vita «in Maria»: essa realizza alla lettera la parola di Saint-Exupéry: «Amarsi non significa guardarsi l’un l’altro, è guardare insieme verso la medesima direzione». È proprio così e l’esperienza lo conferma tutti i giorni. «Gradualmente, scriveva un’anima mariana, un cambiamento è avvenuto nelle mie relazioni con la Santissima Vergine. Ella non si trova più là, accanto a me, e io qua; invece di amarla, con tutte le forze, di pregarla, di offrire la sua bellezza e la sua perfezione alla Santissima Trinità, io mi sento come identificato con lei. Ella sembra essere in me e io in lei; noi siamo come uniti in un solo essere completamente volto verso Gesù, verso lo Spirito Santo, verso la Santissima Trinità. D’allora io penso raramente a Maria, ma io sono sempre del tutto coscientemente con lei, in un medesimo orientamento verso Dio e verso tutto ciò che è di Dio in cielo e in terra».