PER ESSERE VERAMENTE SE STESSI
di Don Carlo
È nell’umiltà che l’uomo riconosce veramente se stesso
L’umiltà è una particolare qualità dell’amore.
Umiltà e amore costituiscono essenzialmente un tutt’uno, anzi l’umiltà è l’amore alzato all’ultima, estrema purezza.
L’umiltà è quella forza così potente, così estrema che spinge l’amore a donarsi generosamente. L’uomo è veramente se stesso, quando si stacca dal proprio io, cioè quando esce fuori del guscio di se stesso.
Sbarrato nel proprio io, incapsulato nel proprio io, l’uomo è vuoto, senza speranza.
Quando l’uomo non si dona più, non è più uomo.
Quando non vive fuori del proprio io, non è più umile.
Senza umiltà noi si diventa grossolani, monotoni; si diventa superficiali.
L’umiltà ha un pregio: ci avvolge di mistero. Non si può amare ciò che è privo di mistero.
L’umiltà ci chiude nel mistero e ci rende amabili. Quando si scopre una cosa ricca di mistero, si fa di tutto per possederla. Così, quando s’incontra una persona che è avvolta nell’umiltà ci si sente sospinti ad avvicinarla, a viverle insieme, a starle accanto.
L’egoismo ci toglie tutte le energie, ci rende sempre più fiacchi, dolenti,
privi di slancio, indifferenti, monotoni.
L’egoismo ci rende cupi e gretti.
Chi è umile, liberamente assume responsabilità e acquista agilità e scioltezza.
L’umiltà è verità, perché è nell’umiltà che l’uomo riconosce veramente se stesso.
L’umiltà è un rispetto profondo di ogni altro essere, di ogni altre persona.
Scrisse Sartre nel suo libro A porte chiuse: “L’inferno sono gli altri”. È vero il contrario: “Il Paradiso sono gli altri”. Attraverso l’umiltà noi si incomincia a vivere nel cielo.
L’umiltà dà spazio agli altri, riconosce e ama la loro personalità, li accetta come diversi da sé, li fa più grandi, si rifiuta di renderli strumenti della propria glorificazione personale; per cui l’umiltà è una sorgente da cui fluisce agli altri una nuova forza; è quindi una forza creativa.
L’umiltà è ricettività; l’umiltà è intelligenza. Più uno dona, più si arricchisce. Ognuno è quello che dona.
L’umiltà ci spinge a uscire da noi stessi, a donarci agli altri. La nostra personalità se è ricettività continua diventa anche una donazione continua.
Nell’umiltà si diventa di più di quello che già si è.
Ognuno è quello che dona; ma l’umiltà ci arricchisce continuamente.
Si ha allora la sistole e la diastole del cuore spirituale, l’inspirazione e l’espirazione dei polmoni dell’anima, cioè donare se stessi e ricevere dagli altri, poi di nuovo donare se stessi e ricevere ancora dagli altri. È questo il respiro dello spirito.