LA FAMIGLIA CHE PREGA UNITA, VIVE UNITA.

LA FAMIGLIA CHE PREGA UNITA, VIVE UNITA.

“Famiglia credi in ciò che sei”! (Giovanni Paolo II)

O Dio, nostro Padre,
che nella santa Famiglia
ci hai dato un vero modello di vita,
fa’ che nelle nostre famiglie
fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore,
perché, riuniti insieme nella tua casa,
possiamo godere la gioia senza fine. (dalla Colletta)

SALMO 127

LA PACE DI DIO NELLA FAMIGLIA FEDELE

SPUNTO DI MEDITAZIONE

“Il Signore ti benedica da Sion” cioè dalla sua Chiesa” (Arnobio).

  • Un Canto: 
    Beato chi il Signore teme, sempre d’ogni bene lui godrà.
    La famiglia vivrà insieme e come l’ulivo fiorirà.

TESTO DEL SALMO
1        (Canto delle ascensioni).
         Beato l’uomo che teme il Signore
         e cammina nelle sue vie.
2       Vivrai del lavoro delle tue mani,
         sarai felice e godrai d’ogni bene.   (Canto) - selà -
3       La tua sposa come vite feconda
         nell’intimità della tua casa;
         i tuoi figli come virgulti d’ulivo
         intorno alla tua mensa.              (Canto) - selà -
4       Così sarà benedetto l’uomo
         che teme il Signore.
5        Ti benedica il Signore da Sion!
         Possa tu vedere la prosperità di Gerusalemme
         per tutti i giorni della tua vita.
6        Possa tu vedere i figli dei tuoi figli.
         Pace su Israele!                      (Canto) - selà -

DOSSOLOGIA

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo…

 

LETTURA CON ISRAELE
*        Il salmo 127 è un piccolo gioiello. Giunto al Tempio e incontrato Dio nella liturgia, il pellegrino riceve la benedizione dal sacerdote. Stia tranquillo: la sua famiglia prospererà come una campagna fertile e tutto sarà gioia e pace.
*        Sotto l’immagine della vite e dell’ulivo si intravvede la felicità di una piccola famiglia israelita che vive unita insieme nella preghiera e nel lavoro.
*        Sotto la formula della benedizione liturgica si avverte che Dio benedice soprattutto il lavoro dell’uomo e il suo amore familiare.
*        “Beato l’uomo che teme il Signore”: è beato, cioè possiede una felicità e una gioia profonda, solo chi “teme il Signore e cammina nelle sue vie”. Temere il Signore vuol dire amarlo con affettuosa riverenza; camminare nelle sue vie vuol dire osservare i suoi comandamenti.
*        “La tua sposa come vite feconda”: l’immagine della vite dal fogliame abbondante e dai grappoli carichi significa una sposa forte, una madre di molti figli, una donna dolce e laboriosa.
*        Il salmo 127 si chiude con l’augurio di felicità personale (“Ti benedica il Signore da Sion, cioè dal Tempio”), con l’augurio di felicità familiare (“Possa tu vedere i figli del tuoi figli”), con l’augurio di felicità sociale (“Possa vedere la prosperità di Gerusalemme”).

(Canto)

 

LETTURA CON GESÙ
*        “Gesù tornò a Nazaret con i suoi ed era loro sottomesso” (Luca 2,51). Nel discorso tenuto a Nazaret da Paolo VI il 5 gennaio 1964 è detto: “La casa di Nazaret è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù. Oh, come volentieri vorremmo ritornare fanciulli e metterci a questa umile e sublime scuola di Nazaret! Quanto ardentemente desidereremmo ricominciare, vicino a Maria, ad apprendere la vera scienza della vita!”.
*        “Il fanciullo Gesù cresceva, pieno di fortezza e di sapienza; e la grazia di Dio era con lui” (Luca 2,52). L’inno liturgico della festa della Santa Famiglia dice così: “Giuseppe addestra all’umile arte del falegname il Figlio di Dio Altissimo. Accanto a lui, Maria fa lieta la sua casa di una limpida gioia. La mano del Signore li guida e li protegge nei giorni della prova. O famiglia di Nazaret, esperta del soffrire, dona al mondo la pace”.
*        Il salmo 127 opera come un rovesciamento e il capovolgimento delle “maledizioni” di Gènesi 3 contro Adamo peccatore sul lavoro infruttuoso dell’uomo. (“All’uomo Dio disse: Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane” – 3,17-19); il salmo 127 opera il rovesciamento delle maledizioni sulla vita coniugale perturbata. (“Alla donna Dio disse: Moltiplicherò i tuoi dolori; con dolore darai alla luce i figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà” – 3,16); il salmo 127 opera il rovesciamento della disgregazione della famiglia causata dal peccato (“il Signore disse a Caino: Se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è la sua bramosia, ma tu dòminala. Caino disse al fratello Abele: Andiamo in campagna. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise” – 4,5-16).
(Canto)
LETTURA GAM, OGGI
*        Giovane, questo salmo 127 ti fa capire che la felicità non è lontana da te; coglila nella tua famiglia. Sappi però che questa felicità, così semplice ma anche così difficile, deriva da Dio. Invocalo e cammina nelle sue vie.
*        “Vivrai del lavoro delle tue mani, sarai felice e godrai di ogni bene”, dice il salmo. Perché allora il lavoro, in un mondo come il nostro che adora l’efficienza, la specializzazione a oltranza, il profitto e la potenza, è così alienante? Appunto perché non è più irrigato dalla preghiera, dalla meditazione, dalla celebrazione liturgica: è sradicato da Dio. Un pittore cinese, invitato dall’imperatore a dipingere un granchio di spiaggia, richiese 3 anni di lavoro. In realtà, ogni giorno camminava lungo la riva del mare e pregava Dio. Quando il tempo fu scaduto, non aveva ancora fatto nulla, nemmeno uno schizzo. Sotto gli occhi dell’imperatore prese il pennello, si fece portare una seta vergine e con un solo tratto, senza esitazione, disegnò il più bel granchio mai visto; anzi lo idealizzò immergendolo in una cornice spiritualizzata del mare, del cielo e della sabbia.
*        I cristiani “devono celebrare il mistero pasquale anche nel loro lavoro quotidiano”, diceva il russo Nicola Federov. “La liturgia, cioè la preghiera, deve illuminare tutta la vita, non soltanto la vita dello spirito, la vita interiore, ma anche la vita esteriore, la vita mondiale, trasfigurandola in opera di risurrezione”. Allora, “la gloria e l’onore delle nazioni”, dice l’Apocalisse, cioè il lavoro umano fatto “sulla Roccia, che è il Cristo”, intriso di preghiera, sarà sublimato nella Gerusalemme Celeste.

(Canto)

“Impariamo oggi dalla famiglia di Nazareth
a vivere in profondità le piccole cose di ogni giorno,
a vivere in modo straordinario l’ordinario.
Oggi in particolare cerca di regalare momenti di gioia
con la tua presenza disponibile e gioiosa
ad ognuno dei componenti della tua famiglia”.
(da Messalino GAM “In Ascolto”, La Parola per me, Oggi)

Papa Francesco ci parla … 

  • La famiglia di Nazaret ci impegna a riscoprire la vocazione e la missione della famiglia, di ogni famiglia.
  • E, come accadde in quei trent’anni a Nazaret, così può accadere anche per noi: far diventare normale l’amore e non l’odio, far diventare comune l’aiuto vicendevole, non l’indifferenza  o l’inimicizia”
  • Nella preghiera della famiglia, nei suoi momenti forti e nei suoi passaggi difficili, siamo affidati gli uni agli altri, perchè ognuno di noi in famiglia sia custodito dall’amore di Dio.
  • Ogni famiglia cristiana possa diventare luogo privilegiato in cui si sperimenta la gioia del perdono. Il perdono è l’essenza dell’amore che sa comprendere lo sbaglio e porvi rimedio. E’ all’interno della famiglia che ci si educa al perdono, perché si ha la certezza di essere capiti e sostenuti nonostante gli sbagli che si possono compiere.
  • Non perdiamo la fiducia nella famiglia!
  • Il Bambino Gesù con sua Madre Maria e con san Giuseppe sono un’icona familiare semplice ma tanto luminosa.
  • Dall’esempio e dalla testimonianza della Santa Famiglia, ogni famiglia può trarre indicazioni preziose per lo stile e le scelte di vita, e può attingere forza e saggezza per il cammino di ogni giorno.
  • La vera gioia che si sperimenta nella famiglia non è qualcosa di casuale e fortuito. E’ una gioia frutto dell’armonia profonda tra le persone, che fa gustare la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base della gioia sempre c’è la presenza di Dio, il suo amore accogliente, misericordioso e paziente verso tutti.
  • Se non si apre la porta della famiglia alla presenza di Dio e al suo amore, la famiglia perde l’armonia, prevalgono gli individualismi, e si spegne la gioia. Invece la famiglia che vive la gioia, la gioia della vita, la gioia della fede, la comunica spontaneamente, è sale della terra e luce del mondo, è lievito per tutta la società.

 

Condividi su: Facebook Twitter Google Plus