Il futuro incerto
Ho sempre pensato che bisognasse sapere sempre cosa si volesse nella vita, cosa si dovesse fare. Mi sembrava segno di immaturità l’essere confusi, indecisi. L’estate scorsa, però, mi sono ricreduta.
Un “dolcissimo vecchietto”, con il quale stavo parlando, mi chiese cosa avessi intenzione di fare dopo la maturità. Ero impacciata, ricordo, mi vergognavo da matti e, timidamente, risposi di non saperlo. «Brava», mi disse. Subito pensai che volesse burlarsi di me. Era mai possibile che si complimentasse con me perché non avevo le idee chiare, perché non avevo progetti per il futuro?
Continuò dicendomi che non era un bene programmare sempre la nostra vita: poco valore hanno i progetti degli uomini. «Sai – mi disse – alla tua età io volevo fare il medico. Da quarant’anni sono sacerdote. Prima di decidere qualunque cosa, chiedi consiglio al tuo Dio, ti aiuterà. E non importa cosa sceglierai, ma impegnati più che puoi, lui ti sosterrà».