Con Maria contempliamo la Passione di Gesù sulla Sindone /5
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Segue una piccola invocazione allo Spirito Santo (pregata o cantata):
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce
Vieni, Padre dei poveri
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Canto: “Non c’è amore più grande”
QUINTO MISTERO DOLOROSO
La crocifissione e morte di Gesù
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé (Gv 19, 25-27).
* Distendono Gesù sul braccio orizzontale della croce. Gli aguzzini prendono le misure: un giro di succhiello nel legno per facilitare la penetrazione dei chiodi. Il carnefice prende un chiodo (un lungo chiodo appuntito e quadrato), lo appoggia sul polso di Gesù; i romani sapevano bene che se avessero inflitto il chiodo nel palmo della mano, come si usa raffigurare in tutti i crocifissi, dopo pochi minuti la mano si sarebbe sfilata dal chiodo. Il carnefice con un colpo netto di martello pianta il chiodo nel carpo e lo ribatte saldamente sul legno. Nel carpo c’è il cosiddetto spazio di Destot e otto ossicini. È qui che il chiodo viene a incontrare il nervo mediano che è sensorio (cioè, se viene leso provoca un dolore lancinante da mandare in delirio) ed è anche motorio (muove il pollice, tramite i fasci muscolari del tenar): i chirurghi hanno notato che non appena un chiodo viene conficcato nel carpo, il pollice si ritrae nell’interno del palmo della mano. L’impronta della mano sinistra di Gesù nella Sindone mostra solo quattro dita, e non si vede il pollice.
Un unico chiodo fu piantato nei piedi. La Sindone rivela che tre (e non quattro) furono i chiodi che crocifissero Gesù.
* La durata di tre ore dell’agonia di Gesù ci fa intuire che si dovette trattare di una crocifissione eseguita in modo da consentire al moribondo di sollevarsi a respirare, puntando sul chiodo dei piedi; si evita così la quasi immediata asfissia. Ciò gli consente di parlare, di gridare e di respirare, anche se con fatica. Sono state tramandate sette frasi di Gesù, dette in croce: ogni volta che vuol parlare, Gesù dovrà sollevarsi tenendosi ritto sul chiodo dei piedi. Tutti i suoi dolori, la sete, i crampi, l’asfissia, le vibrazioni dei nervi mediani, non gli hanno strappato un lamento. Ma il Padre Celeste (ed è l’ultima prova) sembra averlo abbandonato: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Ai piedi della croce stava la Madre di Gesù. Potete immaginare lo strazio di quella Mamma addolorata?
* Gesù deve aver provato un dolore acutissimo e lanciato un grido di dolore che non poteva non trovare un eco doloroso nel cuore della Madre presente sotto la croce.
Maria ci ha generati in un’ora di dolore totale, ai piedi di un patibolo, fra i rantoli del Morente che le era Figlio, fra gli improperi di una folla furibonda e una desolazione immeritata e totale. Gesù vuole che accogliamo la Madonna come verissima Madre nostra, la Madre viva della chiesa, come l’autentica Mamma che genera in noi la vita divina della grazia.
* Maria è la Mamma a cui possiamo rivolgerci nei momenti tenebrosi, nei momenti difficili; è Lei che ripara tutto, che ricuce, che mette a posto, che sana, che cicatrizza le ferite. Dio trasforma le macchie in luce: lo fa attraverso l’azione materna, amorosissima di Maria. Maria è un’immagine della maternità e della paternità di Dio.
Prega il “Padre nostro”, 10 Ave Maria. Termina con la piccola lode alla Santissima Trinità: Gloria al Padre…
Sulla croce Gesù ha mostrato di amarci più di quanto noi lo potessimo detestare con tutto il nostro odio; Lui ci ama infinitamente di più. Nella Croce ha avuto il sopravvento totale la legge dell’amore.
Noi ti adoriamo, santa croce, ti ringraziamo, ti abbracciamo. Ti ringraziamo albero della vita, tu hai offerto come tuo frutto, il Salvatore nostro.