La grande Speranza

La grande Speranza

Tempi d’oggi

Molti di coloro che vivono oggi sogliono considerare la nostra generazione fra le più sventurate che la storia ricordi. In realtà anche tu ti accorgi che noi viviamo in tempi tristi: tempi in cui l’egoismo e l’orgoglio scavano abissi fra i popoli e innalzano barriere fra i continenti.
Sembra di vedere da un momento all’altro i cavalli dell’Apocalisse apparire all’orizzonte, spirando fuoco dalle narici, e udire la risata di Lucifero echeggiare da Oriente e da Occidente, mentre le armate dei “senza Dio” marciano verso l’ultima rivolta.
«La terra sta divorando i suoi figli». Mali senza misura e sciagura senza nome affliggono i piangenti figli di Eva: abbiamo visto cadere in frantumi tante delle nostre più belle creazioni e di quelle affidateci dai tempi passati. E, quel che è peggio, tragedie orrende hanno inciso nelle carni dei bimbi ferite e vuoti, che certamente dureranno oltre la nostra effimera vita.

Tutto è stato messo a soqquadro.     
Per il passato la Religione ci insegnava che l’uomo è il re dell’universo: per lui furono fatti i cieli e la terra, il Figlio di Dio prese umana carne; per lui furono istituiti la Chiesa e i Sacramenti.
Oggi l’uomo è comparato alle bestie…
Il grande castello della civiltà faticosamente te costruito, nonostante tutti i puntelli, sta cadendo a pezzi perché basato sull’arena. La pietra angolare rigettata schiaccia l’intero edificio. Gesù lo predisse con le lacrime negli occhi alla città che amava:
«Gerusalemme, Gerusalemme che uccidi i profeti e lapidi quelli che son mandati a te!….
Se conoscessi ciò che è necessario alla tua pace!
Quante volte ho tentato di radunare i tuoi figli, come fa la chioccia coi suoi pulcini, ma tu non hai voluto…».
«Non rimarrà di te pietra su pietra!». La profezia di Gesù si rinnova sempre attraverso i secoli, ogni qualvolta gli uomini lo scacciano dalle loro case e dalla società.
Mai come oggi la Chiesa fu tanto perseguitata. Forse mai l’umanità è scesa tanto in basso.


Bagliori di luce.

Non vi è dunque più alcuna speranza? Oh, sì, c’è una grande speranza di salvezza: in Maria.
Alle svolte decisive della storia umana sempre è apparsa questa bianca fanciulla nazarena, più forte di un esercito schierato a battaglia; e al suo apparire si rischiararono i cieli e cessò la tempesta.
Il mondo non può morire in mano a Satana, perché frutto del sangue di Gesù e delle lacrime di Maria. Riprenderà nuova vita: le lacrime della nostra Mamma Celeste ci salveranno.
La Divina Provvidenza operante nella storia assume oggi la figura di una Madre. Siamo nella fase decisiva di un duello secolare: il serpente e la Donna. Ancora una volta Ella gli schiaccerà il capo.

Fulton Sheen, il popolare vescovo americano che ogni settimana alla televisione parla a più di 5 milioni di persone, afferma che la teologia dei Russi, prima che il cuore di questo popolo venisse agghiacciato dalle ideologie comuniste, insegnava che Gesù venne a illuminare il mondo quando gli uomini respinsero il Padre Celeste. Qualora poi il mondo avesse respinto anche Nostro Signore, dalla buia notte del peccato sarebbe sorta la Madre sua a illuminare la oscurità e a guidare gli uomini verso la pace.
L’apparizione di Fatima è una riprova della tesi russa. Infatti la più grande rivelazione della Madonna ebbe luogo nello stesso mese e nello stesso anno in cui scoppiò la rivoluzione bolscevica.

Il 13 maggio 1917, in una chiesa di Mosca, Maria Alexandrovich stava insegnando il catechismo a un centinaio di bimbi. A un tratto sentì un forte rumore; alcuni uomini a cavallo irruppero nella navata centrale, saltarono la balaustra, profanarono il Santissimo, spezzarono statue e altari e infine caricarono brutalmente i fanciulli spauriti. Due di essi rimasero uccisi sotto le zampe dei cavalli. La giovane maestra uscì atterrita, e, incontrato un ufficiale dinanzi alla porta, gli disse: «Hanno ucciso i miei bimbi, hanno profanato l’altare, hanno calpestato il Signore!».  
«Lo so – rispose -. Li ho mandati io».

Lo stesso giorno, a Fatima, la Madonna compariva a tre fanciulli e li incoraggiava dicendo:
«Non temete. Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà». E in seguito aggiungeva: «La Russia sarà convertita. Allora comincerà sul mondo un’era grande di pace».   
Il 13 ottobre di quello stesso anno dinanzi a una folla attonita e impaurita il sole comparve d’un tratto nel cielo piovigginoso, lanciando fasci di luce così abbagliante da accecare le 70.000 persone presenti. Poi, girando vertiginosamente te su sé stesso, si avvicinò alla terra tanto che parve volesse incendiarla.
Perché mai la Madonna volle servirsi del sole, fonte di luce e di calore, per lanciare al mondo il suo messaggio!
Io penso che in questo fatto sia racchiuso un insegnamento e una promessa: la lacrimosa età in cui viviamo sarà illuminata dalla sua luce divina e riscaldata dal suo amore materno.

«Il cielo è denso di minacce». È vero, ma in mezzo al temporale oscuro si avanza «una donna, vestita di sole, con la fronte circondata di stelle»: dinanzi a lei si squarciano le nubi, cadono riversi i nemici.
È la Regina delle vittorie.
Oggi più che mai Ella è diventata «Patrona Ecclesiae et Pontificis».


Un ancoraggio sul mare.

Nel 1862 Don Bosco fece un sogno.
Gli parve di vedere, sopra l’immensa distesa del mare, delle barche che si cullavano tranquille sulle onde. Tra di esse una più grande: la nave ammiraglia. D’improvviso sorse la bufera. Il mare s’ingrossò e le barche si trovarono in pericolo.
Tra la paura e il concitato vociare dei marinai, tra le raffiche del vento e la pioggia che schiaffeggiava il viso, si sentì una voce gridare:
«Dalle onde sorgono due colonne. Dirigiamoci laggiù».
Molti obbedirono e seguirono l’ammiraglia.
Su una colonna splendeva una bianca Ostia più luminosa del sole, sull’altra una bella statua della Madonna, sorridente, e ai suoi piedi una scritta: «Stella del Mare.
Lì il mare era liscio, con dolci increspazioni. Quelle barche che si rifugiarono sotto l’arco delle due colonne furono salve; le altre invece, sbattute contro gli scogli, furono inghiottite dai flutti.

Anche tu spesso nel mare burrascoso della vita ti sentirai sballottato dalle onde.
Abborderai esperienze e passioni.
Incontrerai giorni tranquilli e notti di tempesta.     
Urterai negli scogli cercando la scia del tuo destino.
Ti arenerai forse su banchi di sabbia.
Vedrai naufragi e abissi.
Ma se una sera, dopo la tempesta, magari col timone spezzato e le vele a brandelli, alzerai il tuo grido angoscioso invocando la Stella del Mare, Ella ti risponderà. Si squarceranno le nubi, tornerà la bonaccia e tu potrai gettare l’ancora in porto, in attesa di una novella aurora.

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